"Innanzitutto, la presenza ormai significativa e stabile di alunni non italofoni, almeno per origine, suggerisce di
adeguare velocemente le competenze richieste sia a livello centrale, sia nelle singole istituzioni scolastiche,
apprendendo anche dalle esperienze di Paesi che hanno affrontato massicce immigrazioni molto prima
dell’Italia. In secondo luogo, va sottolineata l’importanza di un continuo monitoraggio sia della presenza di
alunni non italofoni nel sistema scolastico italiano, sia degli esiti attesi. È dunque necessaria una lettura
attenta di dati costantemente aggiornati e disponibili che riguardino non solo l’iscrizione, ma anche
l’integrazione, il successo scolastico, l’interazione col territorio. In terzo luogo, pare alla Commissione
fondamentale che le istituzioni scolastiche siano messe in condizioni di possedere in anticipo modalità di
accoglienza degli alunni immigrati, attraverso le quali siano offerte agli studenti tutte le condizioni non solo per
un buon inserimento nella classe, ma anche per una accoglienza curriculare che preveda l’accertamento delle
conoscenze pregresse delle varie discipline ed in particolare della lingua italiana. In questo senso, ogni
scuola, in rete con le altre istituzioni scolastiche e con la Comunità locale, deve avere la possibilità di mettere
tempestivamente in atto corsi di lingua italiana L2, condotti con serie competenze e certificazioni. In quarto
luogo, vanno previsti nel percorso di formazione iniziale di docenti e dirigenti, parimenti nella loro formazione
in servizio, moduli che riguardino sia la didattica e la pedagogia interculturale che l’organizzazione
dell’istituzione scolastica in contesti multiculturali. Va sollecitata, inoltre, anche attraverso le università, la
ricerca che riguarda la dimensione interculturale delle singole discipline e la diffusione di tali contenuti. In
quinto luogo, la Commissione, essendo emerso nel corso dell’indagine conoscitiva il compito non semplice dei
comuni, soprattutto in tempi di ristrettezza di risorse finanziarie, suggerisce di avviare con il coordinamento
delle regioni, un percorso per mettere a punto sinergie, compiti dei diversi attori, condivisione delle azioni, che
possa portare ad un accordo quadro in sede di Conferenza unificata Stato-regioni e permetta altrettanti
accordi istituzionali a livello locale. Va osservata, infine, la necessità di prevedere risorse certe, dedicate e
impiegate non solo per le emergenze, ma anche per costruire modalità di lavoro stabili, diffuse in tutte le
scuole italiane. Il Parlamento dovrà fornire indicazioni, al riguardo, all’Esecutivo."DOC%20VII%20COMMISSIONE%2012%20GENNAIO%202011.pdf
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