Spesso la consistenza della classe che gli insegnanti hanno davanti con le diverse caratteristiche degli individui e dei gruppi porta a una programmazione 'media' pensata per una conmpetenza 'media' tra eccellenze e mancanze di capacità degli alunni.
A parte l'origine opaca di quest'immagine 'media' e le sue conseguenze (alcuni consigli di classe dividono gli alunni in 3 fasce partendo dagli alunni considerati più bravi per arrivare a chi merita una lettera a casa) ci interessa porre il focus della discussione sul binomio valutazione-programmazione.
Alcuni insegnanti sembrano valutare gli alunni stranieri, ma non solo, senza aver esplicitato dall'inizio le mete e criteri da valutare e quindi limitando la programmazione a una lista di contenuti disciplinari come riportati nell'indice dei manuali o nei documenti ministeriali.
Il tema proposto è quindi il seguente: la programmazione pensata a patire dal gruppo classe e revisionata in base alle sue risposte (feedback) trasforma la valutazione in un'osservazioni dei processi e dei progressi individuali e di gruppo? O la programmazione è l'attuazione stadard di programmi standard e la valutazione è la certificazione impersonale del raggiungimento o del mancato raggiungimento dei traguardi attesi?
Chi vuole può intervenire, ciao, Maurizio
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